La sentenza 5999 del 12 febbraio 2024 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione riguarda la vicenda di un imputato accusato di aver richiesto il reddito di cittadinanza senza aver dichiarato le sue precedenti condanne penali nei dieci anni precedenti la richiesta.

La Corte ha confermato la condanna, già decisa nei precedenti gradi di giudizio, stabilendo che è responsabilità del richiedente fornire tutte le informazioni richieste dalla legge, anche se non sono esplicitamente elencate nei moduli di richiesta. La Corte ha chiarito che l’ignoranza della legge non costituisce una scusante e che il richiedente deve essere consapevole dei requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza.

La legge sul reddito di cittadinanza, infatti, introduce disposizioni penali che puniscono coloro che forniscono informazioni false per ottenere il beneficio. Pertanto, anche se il modulo di domanda non specifica esplicitamente la necessità di dichiarare le condanne penali, il richiedente è comunque tenuto a farlo in base alla legge.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che la normativa sul reddito di cittadinanza non è così complessa da giustificare l’ignoranza della legge, e che l’errore o l’ignoranza riguardo ai requisiti per ottenere il reddito non sono considerati attenuanti.

In sintesi, la sentenza conferma che il richiedente deve essere consapevole dei requisiti e fornire tutte le informazioni richieste dalla legge per ottenere il reddito di cittadinanza, pena la rilevanza penale della condotta.

Avv. Andrea Severini